di Rosario Coluccia
Sulla terra si parlano all’incirca settemila lingue diverse, che costituiscono un universo splendido, enormemente ricco e vario. Il numero delle lingue non coincide con il numero degli Stati; esistono Stati plurilingui e, quasi a bilanciamento, molto spesso la medesima lingua è parlata in più Stati. In Svizzera, per esempio, ci sono quattro lingue ufficiali diverse: tedesco, francese, italiano e ladino. In India, accanto all’hindi e all’inglese, esistono numerose altre lingue, ufficiali e non ufficiali. In Italia la lingua nazionale è l’italiano, ma vi sono minoranze linguistiche distribuite sull’intero territorio: il provenzale in Piemonte, il francese in Val d’Aosta, il tedesco in Alto Adige, l’albanese in varie regioni meridionali, il neogreco in Salento e in Calabria, il catalano ad Alghero in Sardegna, ecc. Ad esse recentemente si aggiungono, per effetto dell’immigrazione, decine di altre lingue: l’urdu (lingua ufficiale del Pakistan), il russo, il cinese, il rumeno, il singalese, e così via
La diversità linguistica del pianeta è meravigliosa, alcune lingue sono parlate da centinaia di milioni di esseri umani, altre da gruppi ristretti e ristrettissimi. Il cinese mandarino è la lingua più parlata nel mondo, con oltre un miliardo di parlanti, seguito al secondo posto dall’inglese; in altri casi i parlanti sono pochissimi (poche decine, e talvolta anche meno) come gli aborigeni australiani o alcune comunità amazzoniche. Tutte le lingue sono ugualmente importanti e hanno pari dignità, ognuna rappresenta il fattore d’identità primario del popolo che in quella lingua si esprime. Ecco perché sono futili domande come: qual è la lingua più bella de mondo? o affermazioni come: il francese è una lingua sexy, il tedesco è una lingua rigida (che sentiamo pronunziare da chi proietta, inconsapevolmente, i propri stereotipi ideologici riguardanti un popolo alla lingua che quel popolo parla).