di Rosario Coluccia
La lingua dello sport, diffusa attraverso i media tradizionali (giornali, radio, televisione) e i nuovi media elettronici, si caratterizza per l’estrema capacità di divulgazione ed è in grado di raggiungere, con forme espressive immediate e coinvolgenti, un pubblico vastissimo, ben oltre la massa degli appassionati e dei tifosi. La crescente diffusione dello sport comporta a livello linguistico un forte incremento del numero dei tecnicismi, largamente impiegati sia come segnali distintivi della cronaca sportiva, sia per la loro valenza enfatizzante e di richiamo. Essi caratterizzano fortemente la comunicazione sportiva, in alcune manifestazioni estreme diventano una sorta di gergo esclusivo-iniziatico, conosciuto e praticato solo dagli esperti. Più spesso, nella maggior parte dei casi, i tecnicismi dello sport entrano nella lingua di tutti e vengono usati anche da coloro che non svolgono alcuna pratica sportiva o addirittura si dichiarano estranei e disinteressati allo sport.
La crescente diffusione di uno sport come il calcio ha contribuito a rafforzare la pervasività del linguaggio ad esso connesso e la sua forza di penetrazione nella lingua comune. Il giornalismo sportivo svolge in quest’ambito un’azione di grande importanza. Attraverso il giornalismo stampato e le cronache trasmesse il linguaggio sportivo acquisisce vitalità. L’evoluzione delle tattiche comporta radicali cambiamenti anche linguistici. Dai primi anni sessanta fino alla fine del secolo scorso la difesa era costituita dal portiere, da due terzini, da uno stopper che marcava il centravanti avversario e da un libero che interveniva a porre riparo dovunque fosse necessario. Questi nomi sono scomparsi dal lessico calcistico. Il libero non esiste più, la coppia di libero e stopper ora costituisce «i centrali di difesa», i terzini un tempo delegati solo a difendere sono sostituiti dagli «esterni» o «laterali» (di sinistra o di destra) che corrono avanti e indietro per tutto il campo; la squadra si organizza per linee che si esplicitano attraverso formule e moduli numerici, non per tutti perspicui: 4-3-3, 4-4-2, 4-3-2-1, 4-3-1-2, 3-5-2 e 3-4-3.