di Rosario Coluccia
S’intitola «Giornaliste e giornalisti di fronte alla nostra lingua italiana» l’incontro che si è tenuto il 16 e il 17 ottobre a Firenze, nella Villa Medicea di Castello, sede dell’Accademia della Crusca. Oltre che dal titolo, le finalità della manifestazione sono implicitamente indicate dal sottotitolo scelto per l’occasione: «Giornali, radio e tv incontrano l’Accademia della Crusca». In sostanza. Esponenti di rilievo del giornalismo della carta stampata, della radio e della televisione incontrano l’Accademia della Crusca. Avanzata dal Comitato Tecnico Scientifico della «Fondazione Ordine dei Giornalisti della Toscana» l’idea progettuale è stata condivisa senza riserve dall’Accademia della Crusca e ora attuata con piena soddisfazione di entrambe le parti.
Scambio di idee e confronto di esperienze, non convegno in senso tradizionale. Ideale terreno comune dell’incontro è la lingua italiana, oggetto di studio per i professori della Crusca e strumento di lavoro per i giornalisti. Oltre che, vien naturale aggiungere, mezzo d’uso quotidiano per tutti coloro che posseggono e parlano l’italiano, a qualsiasi livello sociale e culturale. Per una volta i ruoli si rovesciano. I giornalisti parlano e i professori ascoltano e imparano, pur se a questi ultimi è ovviamente consentito interloquire, porre domande, esprimere consenso o manifestare opinioni diverse. In realtà dissensi reali non sono emersi; non per una forma di cortese educazione degli ospitanti nei confronti dei relatori ma perché gli interventi, tutti di qualità eccellente, hanno nitidamente esposto le questioni che deve affrontare chi aspira a presentare, ai lettori e agli ascoltatori, il proprio racconto dei fatti con una lingua onesta e idonea a rappresentare in maniera adeguata la realtà difficile del mondo in cui viviamo.