di Antonio Lucio Giannone
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Nelle brevi introduzioni Gigli presenta sinteticamente le varie opere, chiarendo spesso il significato del titolo, dibattendo l’anno di composizione, descrivendo l'”azione”, cioè il contenuto e accennando alle fonti, alla struttura, alle traduzioni e alle edizioni di esse. Così le note a piè di pagina, “modeste, ma chiare e precise” 27, secondo il giudizio di Branca, sono rivolte a chiarire soprattutto il senso letterale delle parole, ma contengono anche, a volte, rilievi di carattere stilistico, e metrico in particolare, che sono, come s’è detto, un portato dell’influenza carducciana. Meritano di essere segnalate, ad esempio, nell’introduzione a La Teseide, le osservazioni sull’ottava, il metro con cui sono composti alcuni poemi del Boccaccio, già usata dai Siciliani ma con la stanza solo di due rime. L’autore del Decameron fu quindi “il sapiente trasformatore di questa specie di armonica strofa, colui che la nobilitò con seri e profondi intenti di poeta” 28, introducendola così definitivamente nella metrica e nella poesia italiana.
Gigli dunque, come si diceva, riconduce quasi sempre le opere giovanili di Boccaccio, nella sua interpretazione, alla già ricordata vicenda amorosa, identificando insomma un po’ semplicisticamente realtà biografica e schemi letterari, per usare un’espressione di Mario Marti 29. Così, ad esempio, Il Filostrato è ricondotto al tempo del primo soggiorno napoletano del Boccaccio, agli anni che vanno dal 1336 al 1342, quando l’amore per Maria d’Aquino “era nel suo maggior fervore” 30. E ancora, passando rapidamente in rassegna le opere con le relative osservazioni di Gigli, La Teseide “è un altro documento delle inquietitudini e delle del poeta” 31, L’Amorosa Visione è collocata “al miglior tempo pene d’amore dell’amore dei due giovani” 32, II Ninfale fiesolano sarebbe stato composto a Firenze, ma “rimanendo ogni suo sentimento d’arte e d’amore legato a Napoli” 33, Il Filocolo sarebbe la prima opera che Boccaccio scrisse per far piacere a Maria, L’Ameto sarebbe stato composto lontano da Napoli, a Firenze, quando lo scrittore però “sospirava il bel cielo napoletano” 34. Nelle Rime poi ci sarebbero addirittura “tutti i momenti principali e i principali motivi che attraverso quelle opere gl’ispirò la cocente passione per la bella donna”35