di Rosario Coluccia
Si intitola «Fahrenheit 451» un romanzo di Ray Bradbury del 1953 (edito in Italia anche con il titolo «Gli anni della fenice») che François Truffaut portò al cinema nel 1966. Ambientato in un imprecisato futuro, vi si rappresenta una società in cui leggere o possedere libri è considerato reato, per contrastare il quale un apposito corpo di vigili del fuoco si impegna a bruciare ogni tipo di scritto. Strani vigili del fuoco, appiccano gli incendi, non li spengono. In particolare danno fuoco alle case di coloro che hanno violato la legge perché detengono e nascondono libri, assolutamente illegali. Uno dei motti di questo corpo di vigili del fuoco dichiara: «Bruciare sempre, bruciare tutto. Il fuoco splende e il fuoco pulisce». Il loro capitano così si rivolge a un milite modello, quando lo vede assalito da dubbi: «Stammi a sentire, Montag: a tutti noi, una volta nella carriera, viene la curiosità di sapere cosa c’è in questi libri; ci viene come una specie di smania, vero? Beh, dai retta a me, Montag, non c’è niente lì, i libri non hanno niente da dire!».