L’indicizzazione dei salari per contrastare gli effetti dell’inflazione

di Guglielmo Forges Davanzati

È vero che l’inflazione, in Italia, si sta riducendo, ma è anche vero che è stata molto alta ed è tuttora alta (superiore all’8% con picchi maggiori del 12%, a fronte di un massimo storico, negli anni Ottanta, del 20%) e che si innesta in una lunga fase storica di compressione della quota dei salari sul Pil. E’ opportuno allora disporre di un’analisi accurata delle sue cause, per verificare l’opportunità di politiche diverse da quelle fin qui messe in atto, che si concentrino, in particolare, sul controllo dei prezzi e sul ripristino di meccanismi di indicizzazione dei salari. Il controllo dei prezzi dovrebbe essere più stringente rispetto alla recente esperienza del price-cap, in quanto – come messo in evidenza da molti analisti – in quest’ultimo caso il limite del prezzo subentra in corrispondenza di un massimo che difficilmente viene raggiunto (e viene raggiunto per tre giorni consecutivi nel mercato di Amsterdam). Si parte dall’evidenza disponibile. I mercati internazionali, negli ultimi decenni, sono diventati sempre meno concorrenziali, in una dinamica di crescente concentrazione e centralizzazione dei capitali. La numerosità di operazioni di fusione e acquisizione è aumentata e le imprese, oggi, dispongono di un potere di mercato notevolmente superiore rispetto a qualche anno fa. Al tempo stesso, l’andamento della produttività del lavoro ha superato, dagli anni Novanta, quello dei salari reali, che si sono addirittura ridotti a partire dal 1990. La crisi sanitaria, a partire dal 2020, ha fatto registrare, in concomitanza, un aumento dei prezzi che non si verificava da oltre quarant’anni e che, in quella fase, è stata attribuita alle strozzature nelle catene globali del valore, principalmente derivanti dalla guerra commerciale fra USA e Cina. Non vi è dubbio sul fatto che la guerra in Ucraina – e la speculazione sul gas nell’hub di Amsterdam – ha accresciuto l’inflazione per la componente energetica e alimentare, ma il fenomeno al quale si assiste è il rallentamento della crescita dei prezzi di questi beni (soprattutto per l’inverno eccezionalmente mite).

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