di Tiberio Snaidero
Chi è stata Rina Durante? La definizione che lei, modestamente, dava di se stessa era quella di una “raccontatrice […] moderatamente antropologa” (237). I due termini sono effettivamente la chiave che permette di aprire lo scrigno di un’attività ampia e poliedrica che spazia dalla poesia alla narrativa, dagli studi delle tradizioni popolari al teatro, dalla critica letteraria al giornalismo, dai ricettari di cucina alla produzione musicale, dal radiodramma alla sceneggiatura cinematografica. La Durante fu inoltre maestra elementare, docente universitaria, animatrice di riviste letterarie, militante politica, ‘meridionalista’. Conobbe e frequentò artisti e intellettuali del calibro di Carmelo Bene, Maria Corti, Sandro D’Amico, Oreste Macrì, Vittorio Pagano. Ciononostante, non si può certo affermare che la sua figura e la sua opera siano conosciute come meriterebbero, soprattutto a causa del suo aver operato “prevalentemente in ambito regionale e ai margini dei circuiti, editoriali e letterari, ufficiali, anche per una personale scelta di campo” (9).
Nata a Melendugno (Lecce) nel 1928, Rina (Caterina) Durante dedicò tutta la sua vita al Salento: ai paesaggi, ai contadini, al lavoro, alle lingue, alla gastronomia, alla musica e ai balli di questa area della Puglia. Per lei, antropologia e narrativa dovevano fondersi: la letteratura diventava strumento di lotta politica, e “lo scrittore, un operatore culturale” (122). Studiare, valorizzare e diffondere il lavoro della Durante è lo scopo dichiarato del volume curato da Antonio Lucio Giannone, che raccoglie gli atti del convegno nazionale di studi espressamente dedicato all’intellettuale salentina, tenutosi a Melendugno e a Lecce il 18 ed il 19 novembre 2013.