di Rosario Coluccia
Mercoledì 10 maggio 2023 il Consiglio Direttivo dei «Premi David di Donatello» ha assegnato il «David Speciale 2023» a Enrico Vanzina «sceneggiatore, produttore, regista e scrittore di romanzi di successo, un cinefilo liberal, colto e fulmineo nel trafiggere i vizi e le manie del costume italiano specialmente nei decenni Ottanta e Novanta. Autore di più di cento sceneggiature, in coppia con [il fratello] Carlo ha contribuito a titoli («Yuppies», «Le finte bionde», «Eccezzziunale…veramente») che fissano indelebilmente il senso di un’epoca senza temere il pop. Il riconoscimento a Enrico Vanzina vuol essere una celebrazione dell’autore poliedrico e insieme il tributo affettuoso ad una famiglia artistica di grandi tessitori della commedia italiana, inventori di generi sedimentati nel nostro DNA di spettatori». Ho riprodotto testualmente le parole di Piera Detassis, Presidente della giuria e Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano, che illustrano come meglio non si potrebbe le motivazioni del Premio assegnato a Enrico Vanzina. Il quale, ringraziando per il riconoscimento ricevuto, ha detto: «Io, mio fratello Carlo e mio padre Steno abbiamo raccontato gli italiani con leggerezza e con affetto. Volendo loro bene, con i loro pregi e con i loro difetti, senza giudicarli mai». Concludendo, con atteggiamento antiretorico e alieno da ostentazione che apprezzo molto: «I nostri film fanno parte (un pochino) dell’immaginario di questo paese».
La famiglia Vanzina è intrinseca al cinema. Il padre Steno (pseudonimo di Stefano Vanzina) a partire dagli anni cinquanta del Novecento ha diretto un gran numero di film di successo con attori cari al grande pubblico (Totò, Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Bud Spencer e tantissimi altri) e attrici altrettanto note (Marisa Allasio, Sylva Koscina, Ornella Muti, Monica Vitti). I figli Enrico e Carlo ne hanno seguito le orme (il primo come sceneggiatore, il secondo come regista e produttore), regalandoci film che tutti ricordano (oltre a quelli citati prima, almeno «Sapore di mare», quasi mitico, e «Vacanze di Natale»), sui quali moltissimo è stato detto e scritto.