di Nicole Paticchio
Simone Cutri, «il più noto tra gli artisti sconosciuti», come egli stesso si definisce, è nato a Moncalieri nel 1982. Ha una laurea in Lettere. Ha fondato La Repubblica Estetica, presente dal 2014 su Officine Brand, uno strumento digitale che connette i brand, le comunità e le persone per diffondere il sapere. Scrittore, autore, insegnante, fortemente impegnato nella promozione della cultura, come dimostrano i suoi Notturnali, dirette su Facebook avviate alle 4.00 di notte. Quindici minuti dedicati alla letteratura, allo scopo di tenere compagnia agli insonni durante il periodo di restrizioni della libertà e di quarantena, causato dalla pandemia da Coronavirus. La sua opera prima, Gli anni da solo (GruppoAlbatros Il Filo, 2007), è un romanzo di «antiformazione», come viene definito sul risvolto di copertina, che affronta la fine dell’adolescenza e il disperato ingresso nell’età adulta.
E nessuno viene a prendermi ha come protagonista Matteo Romano. La scena principale è data dal viaggio delirante e allucinato di Matteo per le strade di Torino. Il racconto viene continuamente interrotto perché a esso si alternano alcune pagine di diario, scritte dallo stesso Matteo anni prima. Il viaggio del nostro protagonista avviene una sera di luglio, a cinquanta anni esatti dallo sbarco dell’uomo sulla Luna, mentre la rete di Stato trasmette le fantasiose immagini del primo uomo su Marte. Il diario scritto anni prima è un quadernino rosso, «l’amico ritrovato» (p. 19), nel quale Matteo riporta i suoi pensieri più profondi e oscuri.