Un chiarimento sulla formazione dei prezzi nel settore turistico

di Guglielmo Forges Davanzati

come-incrementare-i-prezzi-di-vendita-fabrizio-diluca-leader-della-vendita

È diffusa la falsa convinzione, fra i non addetti ai lavori, che i prezzi siano gonfiati dalla speculazione o dalla “furbizia” dei commercianti. Con particolare riferimento al settore turistico, si ritiene che i prezzi siano esageratamente elevati e che questo dipenda dalla volontà degli esercenti di “spennare” i consumatori, non rendendosi conto che questa strategia è controproducente a lungo andare.

È opportuno fare chiarezza sul punto. Innanzitutto, va detto che in un’economia di mercato, laddove (ed è il caso di molti segmenti che compongono il settore del turismo) il mercato è approssimabile a quello concorrenziale, i prezzi si formano con l’incontro fra domanda e offerta. In questo contesto, essere furbi significa essere irrazionali e, dunque, stupidi: se il singolo esercente aumenta il prezzo, perde consumatori e, dunque, profitti. Il mercato non è morale e la stretta convenienza economica spinge i produttori a prendere il prezzo come un dato. Ciò è vero particolarmente nel caso del turismo, dove, per molti suoi segmenti (lidi balneari, ristorazione), il mercato è effettivamente concorrenziale e dunque i produttori prendono il prezzo come dato. Ciò non significa ovviamente che i prezzi sono stabili, ma che aumentano se la domanda aumenta e/o se l’offerta si riduce. La vulgata regge, sul piano logico e fattuale, solo nell’assurda ipotesi del complotto: ci dovrebbe, cioè, essere un produttore unico, peraltro autolesionista nel lungo periodo, che, per cause non note, tiene alti i prezzi. Si tratta di un’ipotesi chiaramente falsa, anche perché non spiega le differenze internazionali: per quale ragione, infatti, i prezzi di offerta di turismo sarebbero più bassi in Albania non è qui dato sapere, se non per l’assurda congettura che gli esercenti albanesi siano più “onesti” o – il che è lo stesso – meno furbi. Né ha senso l’attribuzione di un intento speculativo agli esercenti, dal momento che la speculazione si attua nei mercati finanziari e riguarda lo scambio di titoli sulla base di prezzi futuri (modalità di contrattazione del tutto assente nel settore turistico).

Questa voce è stata pubblicata in Economia e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *