Guisnes ovvero alla ricerca del libro assoluto

 di Antonio Errico

Guisnes è il luogo. Città senza porte; città che si muove, si agita, sussulta, viva, aggressiva, sempre immobile e cangiante, sventrata, lussuriosa, opaca e luccicante, dolce e perversa, fetida e odorosa, corpo e idea, madre e prostituta; microcosmo che genera linguaggi, li aggrega, li intreccia, li polverizza, li riaggrega; linguaggi d’ogni genere: parole clacson insegne cartelloni graffiti spray canzoni. Qualche fiaba. Guisnes contiene tutti i nomi, tutti i luoghi, tutte le fantasie e le memorie, tutte le storie vere e quelle inventate, tutte le forme, le parole, i silenzi, ogni sonorità, ogni ritmo.

 I trofei della città di Guisnes, è un’opera composita, complessa, che si fa e si disfa in continuazione, una scrittura che si genera da se stessa, che da se stessa si scancella. E’ scrittura allo stato puro: come “La Betissa”,Bucherer”, “Il naviglio innocente”, ai quali “I trofei” è correlato, annodato, che costituiscono i frammenti dell’idea di un solo grande libro che Verri chiamava Declaro . La scrittura dei “Trofei” procede per circolarità e iterazione,  accumulo di parole, di oggetti, per espansione di nuclei, di lieviti  narrativi, si sottrae a ogni convenzione di trama, d’intreccio, di genere, di categorie, di forme definite. Scrive Mario Desiati che “I trofei” è “un romanzo volutamente allusivo e irrisolto, composto da un grammelot infuocato fatto di una lingua a metà strada tra la prosa e la poesia”. 

Ogni particolare della struttura, ogni elemento del lessico, ogni espressione di sintassi, trovano motivazione, giustificazione, ragione, senso, funzione,  soltanto nella  coerenza con il processo di ricerca della forma assoluta:  la coerenza, la coesione, non si riferiscono alla  storia ma al testo. Perché Verri non  era un narratore di fatti, ma un narratore di parole.

La forma assoluta, era progetto accurato, meticoloso, costruzione portata avanti con un lavoro senza riposo, era ragione rigorosa e massa di sensazioni confuse, era ricerca disciplinata e insonnia che arroventa gli occhi.

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