Anticlericali e clericali di Luigi Bettazzi

di Franco Martina

[In occasione della scomparsa di Luigi Bettazzi (16 luglio 2023) proponiamo ai lettori di Iuncturae la nostra recensione a Luigi Bettazzi, Anticlericali e clericali. Dal Risorgimento italiano alla nonviolenza, Bologna, Edizioni Dehoniane, 2006, pp. 55, già pubblicata nella sezione ‘Noterelle e schermaglie’ di ‘Belfagor’ a. LXI, n. 366 , n. 6 del 30 novembre 2006, pp. 721-2, col titolo “Liberare la religione”, insegna monsignor Luigi Bettazzi]

Lo storico che ricostruirà il dibattito sulla laicità in questa alba tragica del nuovo secolo, un posto dovrà trovarlo per Luigi Bettazzi. Tra tanti monsignori, con e senza talare, che ci mettono in guardia a tempo pieno sui mali dell’anticlericalismo e ci chiariscono il senso della ‘vera’ laicità, Bettazzi,  vescovo emerito di Ivrea e tra i fondatori in Italia di Pax Christi, si preoccupa invece di riflettere sui danni del clericalismo.

  Egli riprende qui una storia che aveva già raccontato nel 1989, quella di mons. Luigi Moreno, anche lui vescovo a Ivrea tra il 1838 e 1878, da dove condusse una coraggiosa battaglia per “l’armonia” tra la religione e la civiltà, giusto il titolo del giornale da lui fondato e diretto.

Questa vicenda consente a Bettazzi non solo di puntualizzare la lettura di un passaggio storico, da altri inteso come la riprova di quella “dittatura anticattolica” iniziata con il Risorgimento ed ereditata poi dallo Stato liberale unitario, ma anche di avviare su una riflessione articolata in tre direzioni.

La prima riguarda il versante “storico-ecclesiale”, che a partire dalla erroneità della scelta astensionistica, e in particolare del non expedit, trae la convinzione che se in ordine ai principi la parola del papa è infallibile, non lo è invece relativamente al “Magistero ordinario”, risentendo evidentemente del contesto sociale e culturale del tempo. Da qui discende non solo la legittimità, ma l’opportunità della critica alle scelte anche della gerarchia, sia sul versante della azione che su quello delle valutazioni.

Sul valore della critica è incentrata la seconda riflessione, “ideologica” in quanto investe il tema clericalismo/anticlericalismo e quindi quello della laicità. Bettazzi non solo non distingue sostanzialmente la laicità dal laicismo, ma di quest’ultimo dà una valutazione che va letta per intero:

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