di Antonio Errico
Per quanto è durato il Novecento, quel secolo lungo secondo alcuni, quel secolo breve, brevissimo secondo altri, la letteratura fatta da queste parti ha raccontato il Salento nella sua realtà e nel suo immaginario, i fatti della storia e le figurazioni del mito, il presente che correva e le ombre del passato che osservavano e giudicavano quella corsa. Ne ha raccontato le coerenze e le contraddizioni, le nostalgie profonde e i veri o simulati stupori, i paesaggi, le creature, le ansie, le speranze, le rassegnazioni. Qualche volta la letteratura ha elaborato immagini di un Salento che nella realtà non esisteva e non era mai esistito, ma nel tempo quelle immagini sono diventate il riferimento culturale nel tessuto di pensiero di chiunque abbia abitato e abiti questa terra e in molti casi anche in quello di chi passa da queste parti come forestiero.
Poi è venuto il secolo nuovo, il nuovo millennio. Il Salento è cambiato. Il Novecento si è fatto lontano ma allo stesso tempo è costantemente presente con tutto il peso della sua storia. La scrittura in prosa e poesia non ha ancora trovato la cifra, la forma, il linguaggio con cui raccontare la mutazione antropologica, quella del paesaggio, quella delle creature, la loro relazione con la memoria, il loro confronto con l’idea di futuro. Non ha ancora individuato i fatti, i fenomeni, i territori da indagare, le modalità con cui rappresentare la condizione di esistere in questa terra, in questo tempo nuovo che sembra non rassomigliare in alcun modo a nessun altro tempo. Probabilmente qualche esperienza di scrittura c’è stata, proponendosi come figurazione deformatoria, assimilazione del locale al globale. Però ancora non si è trovato il nucleo semantico che esprime il senso profondo della mutazione, il nodo che stringe presente e passato, la dimensione dell’immaginario collettivo, le cause e gli effetti delle nuove storie che corrono nel Salento nuovo, la formula essenziale capace di sintetizzare gli elementi della natura e quelli della cultura, le coerenze e le incoerenze, le convergenze e le contraddizioni, le realtà con le finzioni.