di Andrea Gialloreto
Il volume su Girolamo Comi, Poesie, a cura di A. L. Giannone e S. Giorgino, Neviano (Lecce), Musicaos Editore, 2019 inaugurale della collana Novecento in versi e in prosa, diretta da Antonio Lucio Giannone per le Edizioni Musicaos, restituisce alla considerazione dei lettori il nucleo dell’opera di Girolamo Comi (1890-1968), poeta e intellettuale valente che ha attraversato da “irregolare” le stagioni cruciali della letteratura novecentesca, da quella sospesa fra Simbolismo e Liberty all’età vociana, dalla lezione cosmologico-panteistica onofriana alla fase germinale della poesia pura e dell’ermetismo, sino a lambire i territori difficilmente delimitabili della poesia di ispirazione cristiana, contaminata nel suo caso da accensioni mistico-sensuali e da reminiscenze arcane. L’edizione, che presenta Spirito d’armonia, Canto per Eva e Fra lacrime e preghiere, abbina alla cura filologica dei testi un ampio corredo critico-informativo che illumina l’evoluzione dell’attività creativa dello scrittore salentino senza mai dimenticare che il felice repêchage trova giustificazione anche nell’esigenza di perimetrare le zone di tangenza di questa poesia con le prove più vitali della poesia novecentesca. A questo scopo rispondono pienamente l’introduzione di Giannone, le note critiche di Fabio Moliterni (Girolamo Comi: la poesia come inno) e dell’altro curatore, Simone Giorgino (Un aristocratico isolamento: la fortuna critica di Comi) e la Notizia biografica a forma di Lorenzo Antonazzo. Comi si è posto decisamente in antitesi alle tendenze dominanti e ha inteso l’atto speculativo come tentativo di penetrare il mistero del creato attraverso «il cristallo della parola / che mutamente “si” pensa…» (la sua concezione della poesia quale condizione assoluta, «stato» di grazia che concilia carne e spirito, immanenza e trascendenza, è espressa a chiare lettere nei saggi Poesia e conoscenza del 1932 e Necessità dello stato poetico del 1934).