di Ferdinando Boero
Beppe Grillo ha usato due parole scivolose: passamontagna e brigate. Il passamontagna lo mettevano criminali come Diabolik, e i terroristi. Però lo mettono anche l’Uomo Ragno, Batman, e Flash. Supereroi che, in incognito, combattono il crimine. A Genova c’è Via Brigate Partigiane. Brigate. C’erano le brigate rosse e anche le brigate nere, un corpo della Repubblica Sociale Italiana. Le parole assumono connotazioni ben diverse a seconda del contesto.
Alcuni benpensanti sostengono che Grillo abbia incitato al terrorismo e alla violenza, con le parole passamontagna e brigate. Si tratta di persone affette da gravi pregiudizi, basati sul nulla visto che il M5S non ha mai promosso azioni violente. Grillo ha usato violenza verbale, mandando affanculo una classe politica corrotta e venduta. Ma non l’ha combattuta con la violenza, con i mitra e gli omicidi: ha fatto un partito, si è presentato alle elezioni facendo comizi di piazza, e le ha vinte, senza corrompere nessuno, senza finanziamenti occulti da personaggi a cui dover restituire il favore: una lezione di democrazia. Si può non essere d’accordo con lui, ma non ha mai incitato alla violenza. Certo, il suo partito, con la spazzacorrotti, ha combattuto la corruzione. Ma con una legge! Non ha gambizzato i corrotti! Si potrà non essere d’accordo con la spazzacorrotti, ma non si può dire che sia violenza. A meno che le Forze dell’Ordine che arrestano i corrotti non siano considerate forze di oppressione, come la Guardia di Finanza che mette le manette agli evasori, o sono perseguitati che si ribellano al pizzo di stato? Tiremm innanz, come disse Dell’Utri sulla via dello Spielberg. O era Verdini?