Manco p’a capa 143. Un cane non è un bambino!

di Ferdinando Boero

Ho scritto un libro sugli animali da compagnia. In copertina c’è un piccolo cane, con muso schiacciato (brachicefalo), con un cappello e un collare da clown. Un buffo nanetto. In passato i nani erano molto impiegati nei circhi: vedere un adulto con dimensioni e proporzioni da bambino fa ridere. Venivano vestiti in modo buffo, per fare ancora più ridere. Oggi non è ritenuto politicamente corretto.
Ora pensiamo a un proprietario di circo che selezioni i nani, incoraggiando rapporti tra individui di ridotte dimensioni, in modo da avere un continuo rifornimento di nani: una sorta di selezione artificiale. Penso che sarebbe da mettere in galera. E’ quello che facciamo con gli animali, cani compresi. Queste razze canine (per i cani si può ancora usare la parola) sono frutto di selezioni artificiali per accontentare la clientela. I cani da compagnia devono essere piccoli e buffi. E magari li vestiamo di tutto punto. Nella vetrina di un elegantissimo negozio ho visto una serie di indumenti per cani di piccola taglia. Collare: 180 euro; bandana: 70; guinzaglio: 240; gilet: 380; coperta: 420. Sommati, gli importi sono più di due redditi di cittadinanza.

Questa voce è stata pubblicata in Ecologia, Manco p’a capa di Ferdinando Boero e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *