di Gianluca Virgilio
Il titolo dell’ultimo romanzo di Paolo Vincenti, I segreti di Oppido Tralignano (Agave Edizioni, stampato a Tuglie nel 2023), avverte il lettore che la fatica della lettura avrà una ricompensa: gli saranno svelati i segreti di questa città immaginaria, misteriosa e inquietante, eppure a noi così familiare: Oppido Tralignano, una città di mare del Sud, chiusa in se stessa come spesso sono le nostre città di mare, una città fortificata (lat. oppidum), non tanto da essere immune a mille condizionamenti che il semplice vivere nel mondo globalizzato porta con sé. Tralignano suona come un’apposizione che accosta e attribuisce all’oppidum il senso del tralignamento, ovvero dell’allontanamento da una condizione originaria ormai perduta: una città degenerata…
Ma a chi appartiene la voce che parla di questo luogo insolito e misterioso, eppure, ripeto, a noi così familiare? Si tratta della voce di un narratore che conosce bene i fatti, pur non essendone in alcun modo implicato. Egli è uno spettatore esterno, che sa tutto e si compiace di raccontare ciò che sa agli altri, senza minimamente censurarsi ed anzi rivendicando di essere politicamente per nulla corretto. Nella Nota dell’autore, posta in calce al libro, Paolo Vincenti, evidentemente complice del narratore (questi in fondo non è che un suo diretto alter ego), non esista a concludere: “Mi dispiace, infine, se queste storie potranno urtare la suscettibilità dei lettori ma non per questo farò le mie scuse” (p. 86)