di Franco Melissano
Ti conoscevo prima di incontrarti
quando ignoravo ancor la voce e il volto
vagheggiando nel folto
di venustà un animo gentile.
Quanto ti attesi prima di trovarti!
Però del sogno nulla mi fu tolto
quando da me fu colto
il fiore tuo aulente come aprile
che fu rugiada all’animo febbrile.
E quell’amore che di te mi prese,
che pur di me ti accese,
è flutto che incessante fiotta a riva,
riluce ancora più che fiamma viva.
Ancora interamente ci avviluppa
al par di frutti nella stessa scorza
con una strana forza
che incatena con aliti di vento.
Nella nostra fantastica scialuppa
scegliamo insieme la bolina e l’orza
e se il mare ci sforza
fuori di rotta, uniti nel cimento
non abbiamo paura né sgomento.
Se io indovino quello che ti piace,
ancor più perspicace
tu anticipi di me pure il pensiero:
mistero arcano dell’amore vero.
Canzone, vattene all’amata mia
e dille che anche lei come Aretusa
con me ormai è fusa
per cui non può giammai starmi lontana
ché sono acqua della sua fontana.
[In quest’adusta terra, Edizioni Grifo, Lecce 2021]