Memorie di Galatina. Mezzosecolo di storia meridionalistica e d’Italia 13. Biagio Chirenti capopopolo

di Giuseppe Virgilio

Un momento importante della storia politico-amministrativa galatinese postfascista vede protagonista Biagio Chirenti (1903-1973), detto Occhialone.

Di origine contadina, pur nella grossolanità della classe in cui si trova, l’uomo esprime un temperamento elementare dove, di spontaneo, non c’è il riconoscimento delle differenze sociali, bensì l’uguaglianza della virtù come possibile acquisto e patrimonio di ognuno.

1. Un capopopolo e la sua lingua

Il nonno e il padre gli hanno trasmesso intatta la coscienza di un valore, e cioè che il lavoro è legge in quanto sancisce qualcosa di costruttivo, che dura oltre la vita. Questo fatto gli procura la stima della plebe cittadina che lo riguarda come uomo abituato ad agire con decisione ed a badare non ai sentimentalismi, ma alla sostanza delle cose, proprio come si conviene ad un capopopolo. Lo consultano in occasione di una compravendita, di un contratto o di un litigio, ad esempio per la finita (il confine) di un podere o per la destinazione di un fondo rustico a coltura con viti od alberi fruttiferi; e Chirenti socchiude a spiraglio l’occhio sinistro e spalanca il destro, piegando leggermente indietro la testa, quasi per raccogliersi e figger la mente alla scoperta della verità e del responso che deve dare. Il soprannome di Occhialone deriva da questo tic che lo caratterizza. Diresti di leggere nella sua vita quella sapiente democrazia che nell’umiltà del mestiere fa risplendere meglio la finezza dell’ingegno e ne fa pregiare la gerarchia rispetto a quella delle classi, quando l’individuo, come nel caso di Chirenti, vuole discernere con ponderatezza le cose e decidere non per suggestione dogmatica, ma per illuminata esperienza. Si aggiunga un’astuzia, una prontezza ed un’energia sanguigna veramente popolari, che s’inverano nell’abilità dell’argomentare, nella prammatica dell’agire e nella cautela delle parole che tolgono dal mondo plebeo, che l’uomo rappresenta, il grigio colore della normalità, e di quel mondo riconoscono la sconfinata ricchezza, unita ad una visione semplice e precisa delle cose.

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