di Antonio Errico
Marìa Zambrano, è stata una delle grandi figure intellettuali del Novecento. Nella prima pagina dell’introduzione ad una sua antologia di Seneca, tradotta in Italia da Angelo Tonelli nel 1998, dice che avere una cultura, vivere in una cultura, significa che la vita personale di ciascuno ha dietro di sé un tesoro alle volte anonimo, alle volte con un nome e un volto. Significa poter ricordare, poter richiamare alla memoria. In un momento difficile significa anche poter chiarire al suo riflesso le nostre angosce e le nostre incertezze.
Il termine tesoro associato al termine cultura può significare molte cose. Per esempio può significare identità, ragione e sentimento di appartenenza ad una comunità, esperienza del mettere in comune passato, presente e ipotesi di futuro; può significare condivisione di storie, speranze, valori, percorsi da intraprendere, direzioni da seguire. Per esempio può significare memoria.
Vivere in una cultura vuol dire poter ricordare, richiamare alla memoria, dice Maria Zambrano. Quindi significa poter avere occasioni di memoria, possedere strumenti per la memoria. Ma a volte si ha l’impressione che le occasioni di memoria si siano ridotte, se non addirittura azzerate, che gli strumenti per la memoria siano quelli prodotti dalla tecnologia alla quale ci stiamo consegnando o ci siamo già consegnati senza condizioni.