Biblioteche a Galatina: no grazie!

di Gianluca Virgilio

La Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento nel 2007 ha dato alle stampe un ottimo volume collettaneo (terzo della Collana Biblioteche e bibliotecari del Trentino) di 268 pagine, oltre alle XVII di introduzione, dal titolo Il sapere della nazione, con sottotitolo Desiderio Chilovi e le biblioteche pubbliche del XIX secolo, atti del convegno tenuto a Trento in occasione del centenario della morte di Desiderio Chilovi, il 10 – 11 novembre 2005, a cura di Luigi Blanco, dell’Università di Trento, e di Gianna del Bono, dell’Università di Pavia.

Il volume è diviso in tre sezioni, dal titolo rispettivamente Desiderio Chilovi tra professione e politica culturale, La questione bibliotecaria nell’Italia liberale, Bibliotecari trentini tra Impero asburgico e Regno d’Italia, e ruota intorno alla figura di Desiderio Chilovi (Taio (TN), 1835 – Firenze, 1905) “il primo bibliotecario italiano… in senso moderno”, scrive Gianna Del Bono nel suo intervento (Desiderio Chilovi: per una bibliografia professionale, pp. 3-23), poiché per lui “la scelta della professione bibliotecaria è per così dire totale: il suo impegno, la sua attività, in suoi studi, le sue letture partono dalla biblioteca e vi convergono” (p. 3).  Chilovi pensa che la biblioteca abbia un “ruolo centrale e insostituibile nello sviluppo complessivo di un paese”. Non luogo di deposito e di conservazione, ma “struttura informativa, che deve accompagnare l’individuo nella sua crescita culturale e civile” (p. 5).

Ebbene, le cose che Chilovi andava pensando e scrivendo subito dopo l’unità d’Italia, mantengono ancor oggi, ad un secolo e mezzo di distanza, tutta la loro attualità, e non semplicemente per la cifra di ragionevolezza che le contraddistingue, ma perché sono rimasti immutati i mali che esse avrebbero voluto correggere, soprattutto nel Meridione d’Italia. E’ quanto basta a rendere questo volume di grandissimo interesse per chi abbia a cuore le sorti del nostro, dico proprio di noi galatinesi, patrimonio bibliotecario.

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