di Antonio Devicienti
Appesa a una parete dello studio c’era una corda con dei nodi; Giorgio Morandi se ne serviva per misurare e per fissare le distanze tra gli oggetti delle sue composizioni.
Colpisce questa pratica all’apparenza rudimentale, ma che riconduce, invece, a una semplicità di spoglia efficiacia e di elegante evidenza. Ogni oggetto è nodo all’interno della composizione, ogni prossimità o distanza tra gli oggetti è tratto di corda invisibile sì, ma determinante a che possa esistere lo spazio il quale solo si dà a vedere se gli elementi (vasi, ciotole, bottiglie) – posando nel silenzio loro proprio – cadenzano intervalli, ombre, vuoti.