di Antonio Devicienti
«Mi guarda Siena, / mi guarda sempre» da Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini
«È questa, dunque, verità: non io la guardo, bensì le torri di lei, le finestre di lei, i suoi tetti, occhi di Senesi, menti aspettanti guardano e chiamano me per un ritorno, ma incompiuto. Benché il poeta nel suo immaginifico libro mi faccia ritornare devoto figlio di Siena.
Io ritorno ogni volta che un lettore, che una lettrice compita i versi del viaggio da Avignone lungo la Via Romea ed è Siena ad affisare occhi dalla vista penetrante: si direbbe che le sue pietre, i suoi mattoni, i saliscendi dei vicoli, i giuochi dei suoi fanciulli, la sapienza delle sue donne, gl’intonaci preparati per l’affresco abbiano virtù di pupilla che vede e attrae, che attrae e vede.
Figlio devoto qui, sulla soglia di Siena, m’inginocchio».
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