Nerio Tebano tra poesia e pittura

di Antonio Lucio Giannone

Nerio Tebano esordì nel 1953 con La lunga notte, una raccolta di versi, di chiara tendenza neorealista, ispirati alla guerra e alla Resistenza. Successivamente ha pubblicato altri volumi di poesia, quali Mondo di povera gente (1955), Da un ponte sul Po (1961), Clown con uccelli (1967), Come uccelli della pioggia (1971), Paese del mio cuore (1974) e, più di recente, uno di prosa, La scatola magica (1983), sorta di singolare autobiografia in cui fatti e momenti della sua vita sono associati al ricordo e alla visione di determinati film o alla personale ‘scoperta’ di famose dive dello schermo. Collaboratore, in passato, di quotidiani come “L’Unità” e “La Gazzetta del Popolo”, e di vari periodici di cultura, tra i quali ricordiamo la rivista leccese “Il Campo”, Tebano svolge inoltre, dal 1960, un’apprezzata attività come pittore, oltre che come critico d’arte, a dimostrazione di una varietà di interessi, che spaziano dalla letteratura alle arti figurative, dal giornalismo al cinema.

Questi due volumetti, Diario romano. Poesie (con una prefazione di G. Spagnoletti, Taranto, Grafiche Cressati, 1983) e Le mie poesie per Franco Gentilini (Taranto, Edizioni Cressati, 1983), riportano l’attenzione sulla figura di Tebano poeta, del quale Enzo Panareo ha tracciato un esauriente profilo, qualche tempo fa, su “Sudpuglia” (n. 4, 1983, pp. 67-77). Essi ripropongono alcuni dei motivi più tipici della sua produzione: da un lato, il costante interesse per una realtà ‘minore’ e quotidiana, il senso di solitudine e di sradicamento, proprio di chi vive lontano dalla terra natia, il bisogno di colloquio col prossimo; dall’altro, la passione per la pittura, che si è concretizzata anche in fecondi sodalizi artistici, primo fra tutti quello con Gentilini. Anche lo stile di queste poesie rimane sostanzialmente fedele a certi presupposti iniziali di natura realistica e discorsiva, ma non mancano, soprattutto nel secondo libretto, momenti di sapore vagamente surreale e fantastico.

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