La crisi migratoria e la sfida all’identità europea: quali scenari?

di Benedetta Vincenti

“Agiamo con umanità e fermezza: non abbiamo nessuna intenzione di venire meno ai doveri dell’accoglienza, ma in Italia non si entra illegalmente, la selezione non la fanno i trafficanti di esseri umani.”

Queste le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che si è espresso sulla gestione dei flussi migratori in seguito al recente episodio della Ocean Viking. In particolare, l’Italia si è opposta all’arrivo della nave della Ong Sos Méditerranée con a bordo 230 migranti, i quali hanno infine trovato un porto sicuro a Tolone, dove la Ocean Viking ha potuto attraccare. Qui i migranti hanno avuto accesso ad una “zona di attesa internazionale”, nella quale rimarranno fino a quando le richieste d’asilo non saranno esaminate.

Molti sono stati i commenti da parte dei leader internazionali in merito a quanto accaduto, e nella maggior parte dei casi si è parlato di disumanità, in uno scenario che, inoltre, ha visto la nuova premier Giorgia Meloni fare della politica migratoria uno dei punti chiave del suo programma di governo. 

Tuttavia, nonostante le tesi principali ruotino attorno alla necessità di combattere l’immigrazione illegale, fomentata anche dalla presenza di navi Ong come pull factor, il nodo principale da sciogliere riguarda la sinergia tra i paesi europei. 

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