La ‘difesa’ dei confini

di Pietro Giannini

Per giustificare il respingimento dei migranti portati in Italia dalle navi “Geo Barents” e “Humanity1” (poi fortunatamente abbandonato dopo le pressioni della UE) Giorgia Meloni ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è difendere la legalità, la sicurezza e la dignità di ogni persona. Per questo vogliamo mettere un freno all’immigrazione clandestina, evitare nuove morti in mare e combattere i trafficanti di esseri umani. I cittadini ci hanno chiesto di difendere i confini italiani e questo Governo non tradirà la parola data” (La Repubblica del 9 novembre 2022).

Il tenore della dichiarazione non è nuovo. Esso trova un precedente in quello che dichiarò Matteo Salvini in occasione del processo intentatogli per avere impedito per 4 giorni lo sbarco di 131 migranti salvati dalla nave costiera “Gregoretti”, nonostante le loro condizioni precarie. Tale atto fu considerato come “sequestro di persona” e il tribunale di Catania chiese, e ottenne, dal Senato l’autorizzazione a procedere contro di lui. Salvini si difese dicendo che il suo era stato un atto politico dovuto alla necessità di “difendere i confini” della patria. Ecco la sua dichiarazione in Senato nella seduta in cui fu chiesta l’autorizzazione a procedere (11 febbraio 2020):

“Come promesso siamo qua. È un dovere che sento nei confronti del Paese, degli italiani e dei miei figli. Andare a testa alta per quello che ho fatto: la Costituzione prevede che la difesa della Patria sia un sacro dovere del cittadino e quindi da ministro, da uomo e da italiano combatto i trafficanti di esseri umani e scafisti, difendo i confini e la sicurezza, l’orgoglio, la dignità del mio Paese, proteggo gli italiani e i tanti immigrati regolari presenti in Italia”.

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