Inchiostri 15. Il poeta e il vulcano

di Antonio Devicienti

Carlo Mattioli, Le ginestre.

corps œil lune plume (Jacqueline Risset, Présence de la lune, testo dedicato a Giacomo Leopardi)

La luna va calando all’orizzonte / dove si perde la pianura, e dice / che trapassare al nulla non è male (Giovanna Bemporad, A Leopardi)

Mentre il poeta guarda il vulcano dal terrazzo pur assolato, sta raccolto sotto una coperta, sente riottoso il corpo, fervida la mente.

I giorni gli traversano ultimi le membra (sono sisma placido ma ininterrotto: sgretolano e pacificano).

L’assenso alla morte non contraddice la vita: avverte egli, piuttosto, il congedo d’una civiltà, innanzi al vulcano l’umana gloria costretta a tacere. S’impossessa dello sguardo la vertigine, luce fonda l’ombra nella pineta tra sobbalzi di rappresa lava.

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