di Giovanni Mastronuzzi
I Messapi … chi erano costoro? Diranno molti lettori. … e mi perdoni Alessandro Manzoni che comunque si sarà rassegnato alla rievocazione del povero don Abbondio che si cimentava con Carneade. Invero, i Messapi non sono poi così sconosciuti. Ormai da 40 anni gruppi di ricerca italiani ed esteri si cimentano nello studio di questa antica civiltà della Puglia. L’Università del Salento rappresenta la punta di diamante di un consesso accademico che negli anni si è avvalso del contributo di studiosi olandesi, francesi, australiani ed americani, giusto per citare i principali. In questi anni tante energie si sono agglutinate intorno allo scopritore dell’archeologia dei Messapi: Francesco D’Andria, oggi professore emerito e accademico dei Lincei.
La civiltà messapica ha avuto un ruolo centrale nella storia dell’Italia preromana. Forse anche più di tante popolazioni sottomesse da Roma, i Messapi riuscirono a resistere e a reagire alla conquista (oggi si direbbe che furono resilienti!). D’altro canto dopo l’arrivo delle legioni romane nella penisola salentina, gli avvenimenti precipitarono e nuovi venti di guerra si abbatterono sulla regione. Prima Annibale scorrazzò per il Salento e poi i Romani si trovarono costretti ad arruolare le popolazioni locali per sostenere le guerre in area adriatica e balcanica.
Per alcuni secoli la civiltà messapica si distinse per la sua originalità e un recente riconoscimento le arriva dall’inserimento delle sue vestigia nel progetto di mostra che verrà allestito in Cina presso lo Shenzhen Museum (distretto di Futian, provincia del Guangdong), grazie al sostegno dalla Regione Puglia.