di Alessio Paiano
Il volume Uno straniero nella propria lingua. Scritti per Carmelo Bene, a cura di Giada Coccia, Mariantonietta Confuorto, Francesco Cutillo, Fabiana Di Mattia e Irene Martano, Oèdipus, Salerno 2019, inaugura una serie di saggi a cura del Centro Studi Carmelo Bene, che ha concepito un’apposita collana, «Beniana», allo scopo di rinnovare il dibattito e gli studi critici su uno degli artisti più rilevanti del Novecento europeo. In questo primo volume, a cura di Giada Coccia, Mariantonietta Confuorto, Francesco Cutillo, Fabiana Di Mattia e Irene Martano, si raccolgono gli Atti del Convegno intitolato «Carmelo Bene, uno straniero nella propria lingua», tenutosi nel 2018 presso l’Università di Siena e nell’ambito della rassegna annuale «Ciclomaggio».
Organizzare una raccolta di contributi su un autore il cui lascito consta di un corpus di opere sorprendentemente eterogeneo, essendo l’unico artista italiano (insieme a D’Annunzio e Pasolini) ad aver frequentato tutte le forme del fare artistico, dal cinema alla letteratura, dalla poesia al teatro, deve dunque presupporre criteri di disposizione che orientino il lettore, soprattutto se neofita; ne deriva in Premessa la scelta da parte dei curatori di una ricomposizione in tre macroaree, radunando prima gli interventi che illustrano l’agire artistico di Carmelo Bene secondo una prospettiva più ampia, facendo particolare riferimento agli esordi e dunque al contesto socio-culturale dei primi anni di attività; segue una seconda sezione che indaga sulla poetica, mentre l’ultima è riservata agli studi specifici su singole opere. Chiude il volume un’intervista di Paola Bertolone a Francesca Rachele Oppedisano, curatrice (insieme ad Anna Cestelli Guidi) della mostra Il corpo della voce.