di Simone Giorgino
Libro d’ore
Come quando t’appare una persona
che non vedi da tempo e non ricordi
se fosse viva o morta e sta lì lì
per salutarti e tu non sai se fare finta
di niente andando avanti con le mani
in tasca con l’aria indifferente o
riesumarla da un vecchio libro d’ore
correndo incontro a lei per riabbracciarla
così m’incanto anch’io in un tempo immobile
sicuro o quasi di fissare dentro
lo specchio grande del salone
il mio volto
perplesso ma da giovane.
***
Minimarket
Come fosse davvero un suo parente
un Enea col padre infermo a tracolla
Paramì il cingalese del minimarket
ha preso sulle braccia sollevandolo
un vecchietto di qui caduto a terra
lasciando alla mercé della canaglia
in coda per le birre fredde
il magro incasso e il banco degli alcolici.
Era l’inverno del covid ed è così
rimuginavo: c’ero anch’io tra gli avventori
che si fondano dal niente nuove civiltà.
Di tutta quella gente in attesa delle Tennent’s
alcuni si indispettivano altri di meno ma
nessuno lì dentro ha toccato niente.
***
Propositi di prima mattina
Il fumo sale a guglie dalla terra tumida.
Vagisce l’alba e non s’illumina
ancora. Cedere (Holan). O ancora
l’orecchio a quel brusio come una volta
tendere e tradurlo nella gloria
di un canto muto che nessuno ascolta.