Raffaele Carrieri: arte, cultura e fame a Montparnasse

di Adele Errico

Fame a Montparnasse

Quella di Montparnasse è una fame che divora da dentro, un buco che parte dallo stomaco e si propaga come voragine in ogni centimetro del corpo. Ogni personaggio del romanzo di Raffaele Carrieri, Fame a Montparnasse, è colto nell’attimo del più atroce e vorace attaccamento alla vita, della necessità, non solo di cibo, ma di avventure e di affetti. E, parlando di vita, quella di Carrieri è una delle più romanzesche tra quelle degli scrittori e artisti del Novecento italiano.  Il romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1932, viene riproposto in una nuova edizione (Musicaos editore 2022) curata da Antonio Lucio Giannone. Dal “Profilo di uno scrittore leggendario”, a cura di Simone Giorgino, emerge come vita e arte in Carrieri si sovrappongano continuamente. La ricerca dell’avventura e della bellezza lo portano a viaggiare e a scrivere, a lasciare Taranto per partecipare, a soli quindici anni, all’impresa di Fiume e a imbarcarsi come marinaio sui mercantili in rotta nel Mediterraneo. E ancora Albania, Montenegro, Paesi Balcanici. Poi Parigi, gli artisti e i lavori più svariati per sopravvivere, l’ambiente dei bohèmien. L’introduzione di Antonio Lucio Giannone esplora l’intreccio della realtà biografica di Carrieri con la finzione dei personaggi di Montparnasse, l’accostamento di sfumature di grottesco e humor nero a tracce degli “influssi dei movimenti d’avanguardia primonovecenteschi, dal futurismo al surrealismo”, l’ombra di una Taranto celata tra gli edifici della capitale francese, le luci che si riflettono nel Golfo tarantino mascherate da bagliori luccicanti nelle acque della Senna.

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