di Antonio Lucio Giannone
Gli anni Settanta del secolo appena trascorso sono caratterizzati da una forte esigenza di rinnovamento che investe la società italiana, sulla spinta del Sessantotto e della ventata rivoluzionaria da esso portata. La contestazione studentesca e degli intellettuali, il movimento operaio e quello femminista non potevano non lasciare tracce profonde su ogni aspetto della vita sociale e culturale del paese. Anche in campo letterario e artistico si rifiutano forme e contenuti del passato e nascono o si affermano definitivamente nuove tendenze che si oppongono a quelle precedenti, come lo sperimentalismo e la neoavanguardia, da un lato, e l’arte concettuale e quella povera, dall’altro. Carattere comune di queste correnti è la caduta delle barriere tra i vari generi, per cui ogni arte tende ad invadere i confini di quella ad essa contigua, in un continuo e generale rimescolamento dei codici espressivi.
Nemmeno il Salento resta estraneo a questi fermenti e anzi si dimostra aperto verso tutte le novità di quel periodo, confermando la sua naturale predisposizione verso la creatività. E come aveva recepito prontamente altri movimenti, anche ardui ed elitari, come il futurismo, il Novecento pittorico, l’ermetismo, il neorealismo, così ora accoglie le tendenze artistiche più innovative degli anni Settanta, distinguendosi ancora una volta in tutto il Meridione. Nel corso del decennio, infatti, si formano gruppi e gruppetti d’avanguardia ed escono alcune riviste che si collocano nell’area della più avanzata sperimentazione[1].