di Antonio Devicienti
Es war ein großer Reiz der Reisebilder, die man im Kaiserpanorama fand, dass gleichviel galt, bei welchem man die Runde anfing. Denn weil die Schauwand mit den Sitzgelegenheiten davor im Kreis verlief, passierte jedes sämtliche Stationen, von denen man durch je ein Fensterpaar in seine schwachgetönte Ferne sah. […] Denn dies war an den Reisen sonderbar: dass ihre ferne Welt nicht immer fremd und dass die Sehnsucht, die sie in mir weckte, nicht immer eine lockende ins Unbekannte, vielmehr bisweilen jene lindere nach einer Rückkehr ins Zuhause war. […] Im Jahre 1822 hatte Daguerre sein Panorama in Paris eröffnet. Seitdem sind diese klaren, schimmernden Kassetten, die Aquarien der Ferne und Vergangenheit, auf allen modischen Korsos und Promenaden heimisch.
Era una grande attrattiva delle vedute che si potevano trovare nel Kaiserpanorama il fatto che fosse indifferente con quale di quelle immagini cominciasse il loro carosello. Infatti, poiché il congegno dinanzi ai sedili si spostava circolarmente, ciascuna veduta scorreva davanti a tutte le postazioni dalle quali, attraverso un doppio finestrino, se ne poteva vedere la sbiadita lontananza. […] Ché questo avevano di particolare i viaggi: che non sempre il loro mondo lontano mi era estraneo e che la nostalgia che essi risvegliavano in me non mi seduceva verso l’ignoto, piuttosto essa era talvolta quella più mite di un ritorno a casa mia. […] Nel 1822 Daguerre aveva aperto il suo Panorama a Parigi. Da allora queste chiare, rilucenti cassette, acquari della lontananza e del passato, sono di casa su tutti i corsi e i viali alla moda.
Walter Benjamin, dal capitolo Kaiserpanorama in Berliner Kindheit um 1900.
Ringrazio pubblicamente Gianluca Virgilio per il suo interesse nei confronti di questi miei testi; per me è un grande onore avere la possibilità di essere letto anche su “Iuncturae”.