di Paolo Vincenti
Pubblicato per Edizione Standard, Ego me absolvo, di Marco Lugli, scrittore e fotografo emiliano trapiantato nel Salento. Il romanzo è il secondo episodio della serie dedicata al commissario Luigi Gelsomino che opera a Sulrano, immaginario paesino nel cuore della reale Grecìa salentina, isola ellenofona del Salento leccese. In questo paese, si immagina che succedano strani fenomeni sui quali il commissario cerca di fare luce. Accadono infatti misteriosi omicidi per avvelenamento, attribuiti dalla popolazione locale al morso della taranta. Si tratta di un noir, scritto con piglio e padronanza di mezzi dall’autore, evidentemente suggestionato dalla bellezza dei luoghi. Il libro fa aggio su quella enorme quanto affascinante materia che è il tarantismo salentino, oggetto negli anni di infiniti studi di carattere demo-etno-antropologico, medico, storico, che hanno determinato una mole bibliografica, ormai inestricabile proprio come la tela del mitologico ragno. Le morti a Sulrano avvengono due volte l’anno, nel corso delle celebrazioni che si concludono con la festa di San Paolo. Le indagini di Gelsomino portano però a tutt’altra verità. Il poliziotto si muove fra sentieri investigativi inesplorati all’interno di una comunità dove sopravvivenze magiche e folklore regnano ancora incontrastati. Molto interessanti le fonti a cui attinge l’autore per questa coinvolgente narrazione: in primis i Dialoghi (1470-1502) di Giovanni Pontano, quindi, fra gli altri, La terra del rimorso di Ernesto De Martino (1961), le Interviste sul Tarantismo di Sergio Torsello (2015), la Taranta Il primo documentario filmato sul tarantismo di Kurumuny (2009), il manuale ottocentesco sui Veleni e avvelenamenti di Costante Ferraris, l’Enciclopedia Medica Italiana Uses. In copertina, un’opera del pittore Massimo Lagrotteria, il quale ha creato appositamente sette opere originali, olio su tavola e su tela, che corredano degnamente l’accattivante volume.
[“Quotidiano del Sud”, domenica 27 marzo 2022]