di Pietro Giannini
Il titolo vuole definire la natura del conflitto che oppone la Russia all’Ucraina, cioè quella di un conflitto limitato, regionale si potrebbe dire, se non per la consistenza di uno dei contendenti, la Russia, che è una potenza mondiale (o pensa di esserlo, ma di questo dopo). Quindi sono solo propagandistiche, e fuorvianti, le definizioni (di diversa paternità) come “conflitto tra autocrazie e democrazie”, di “conflitto per la libertà dei popoli”, di “conflitto per l’Europa”, di “conflitto per i destini del mondo”.
Le ‘cause’ del conflitto
Una delle acquisizioni più importanti della riflessione storiografica di Polibio è la distinzione tra “inizio” (ἀρχή), pretesto” (πρόφασις) e “causa” (αἰτία) di una guerra. Per sommi capi, l’inizio è l’avvio delle operazioni militari, il pretesto è la giustificazione immediata di questo inizio, la causa è la vera ragione del conflitto, che affonda in tempi più antichi. Se vogliamo interpretare la guerra russo-ucraina con queste categorie, possiamo dire che l’inizio è l’ingresso delle truppe russe in Ucraina dal Donbass, il pretesto è la difesa delle Repubbliche del Donbass dalle minacce dell’Ucraina. A questo punto non è inutile una breve precisazione. Putin ha avuto l’abilità (o, se si vuole, l’astuzia) di dare una veste ‘legittima’ all’intervento bellico nel momento in cui la Russia ha riconosciuto ufficialmente le Repubbliche, ha stretto con loro un trattato di alleanza (tutto quanto in una notte, ma questo non inficia la natura del rapporto) ed ha dato seguito all’impegno contratto entrando nel Donbass. Solo dopo (anche se di pochissimo) sono iniziate le operazioni su Kiev. Sicché il conflitto non può essere configurato, su base formale, come ‘aggressione’ improvvisa e inaspettata verso l’Ucraina (lo dimostra la lunga ‘preparazione’ descritta sui media), ma come vera e propria guerra, con tanto di dichiarazione. E la guerra, anche nel diritto internazionale, è un modo (deprecabile) in cui si possono risolvere le controversie tra Stati. Dal momento in cui la guerra è iniziata non vi sono aggressori, invasori e resistenti (quest’ultimo titolo giustamente negato da Donatella De Cesare agli ucraini), ma solo eserciti che attaccano ed eserciti che si difendono.
Merci, Monsieur, pour votre article à propos de la guerre russo-ukrainienne, une mise au point très claire, documentée, une approche distanciée finalement pleine de générosité et de sagesse.
“Ragionando…” oui, recourir à la raison est plus que jamais nécessaire en ce temps mortifère d’exacerbation des passions.