di Maurizio Nocera
Quando un luogo, che sia esso del cuore o della mente, non è sufficientemente conosciuto si tende allora a non considerarlo come dovuto. Lo si emargina spiritualmente per poi accantonarlo anche come meta verso cui tendere. Il Salento, prima di essere conosciuto “turisticamente”, e ciò anche prima della pandemia di Covid-19, come sta accadendo in queste ultime estati, era praticamente fuori dalle rotte di viaggiatori desiderosi di conoscere questo lembo di territorio italiano. E tuttavia viene da pensare…
Gallipoli, città greca anche nel nome (Kalos Polis, alias Kallipolis, che significa “Bella Città” con il Gallo come stemma cittadino), deve (così dicono gli storici) la sua fondazione al re di Creta Idomeneo che, di ritorno dalla guerra di Troia, sbarcò su questi lidi. Si tratta di uno Scoglio marino (dove è ubicato l’attuale Centro storico) circondato da altre isolette (Sant’Andrea, il Campo, le Uccolette, altre isolette minori, alcune di esse ormai inabissatesi). Le sue origini sono antiche, addirittura, sulla parte continentale (Torre Sabea) insistevano dei villaggi neolitici. Assieme alla vicina Alezio (l’antica Baal nella Mappa di Soleto), fu città messapica, quindi magnogreca, romana, medievale, rinascimentale, moderna. È città importante dal punto di vista architettonico, perché costruita secondo metodologie che la difendono dai venti e dalle intemperie. Il Centro storico è caratterizzato da un meandro di vie, a volte strettissime, che spesso si intersecano le une con le altre. Importanti sono i suoi monumenti religiosi, civili e militari. Le facciate delle chiese hanno non pochi tratti barocchi, meno ricchi di quelli di Lecce, tuttavia caratteristici per via del tufo carpareo locale impiegato, che fa sì che le strutture architettoniche si presentino con un colore tendente al rosa d’ocra. Ciò è abbastanza visibile sulla Basilica Cattedrale di Sant’Agata (XVII secolo). Ubicata su quella che poteva essere l’area dell’acropoli nei tempi ellenici, si presenta con una facciata con nicchie al cui interno si trovano le statue di Sant’Agata, San Fausto, San Sebastiano, Santa Marina, Santa Teresa d’Avila, Sant’Agostino, San Giovanni Crisostomo. Un’altra chiesa da ricordare è quella di San Francesco, originariamente risalente al tempo del fraticello di Assisi, successivamente rimaneggiata e modificata nella sua struttura architettonica. Al suo interno conserva un presepio originale risalente al XVI° secolo e attribuito a Stefano da Putignano. C’è poi una cappella, cosiddetta del Malladrone, con alcune sculture lignee (i due ladri accanto al Malladrone) del grande scultore gallipolino Vespasiano Genuino. Ma di questo scultore molte altre opere si conservano nella stessa città e in tutto il circondario salentino. Nei dintorni della città, e sulla parte continentale verso sud, sorge la Chiesa di San Pietro dei Samari, probabilmente costruita nell’alto Medioevo, quando ancora la tradizione tramandava la leggenda del passaggio in questi luoghi dell’apostolo Pietro diretto a Roma. Interessante architettonicamente è il suo interno composto da un’unica navata, divisa in due campate sorrette da possenti archi su cui si scaricano due cupole di copertura, terminante con abside semicilindrica.