di Gianluca Virgilio
Ho conosciuto Giovanni Vincenti qualche tempo fa, negli uffici della Colacem di Galatina. M’aspettato a capo di questa grande fabbrica un signore attempato e coi capelli bianchi; ed invece, dietro la scrivania della direzione, ecco seduto un uomo di quarantacinque anni ben portati, che immediatamente ho riconosciuto come mio coetaneo. Sarà per questo, sarà per l’affinità di certi discorsi, la conversazione si è subito avviata in modo naturale. Ho così scoperto che Vincenti conduce per così dire una doppia vita: di giorno è l’efficiente manager di una grande industria, con tutte le incombenze, le urgenze, i doveri che questo comporta; di notte, invece, il dottor Jekyll diventa mister Hyde, ovvero il manager si trasforma nell’accurato studioso di storia locale. Lo riferisce lo stesso Vincenti nella Premessa al suo recente libro, ricchissimo di fotografie, dal titolo Galatina, tra storia dell’arte e storia delle cose, introduzione di Mario Cazzato, Mario Congedo Editore, Galatina, 2009, pp. XVI-239. Il volume è stampato con il contributo della Colacem come numero 178 della Biblioteca di Cultura Pugliese fondata da Michele Paone e diretta da Mario Congedo, seconda serie, e reca in copertina la riproduzione di una placchetta in argento realizzata da Mattheus Melijn (Anversa 1589-1653) per l’occasione dell’ingresso di Giovan Battista Spinola nella città di S. Pietro in Galatina, 1691, la cui cinta muraria e la cui porta d’ingresso, che si vedono sullo sfondo, rappresentano “la prima documentazione iconografica di Galatina” (p. X) finora rinvenuta dai ricercatori.
Dice, dunque, Vincenti nel descrivere il contenuto dell’opera e i tempi della sua composizione: “Questo volume raccoglie, infatti, solo il risultato di alcuni lavori, editi ed inediti, tutti dedicati alla storia dell’architettura civile e religiosa di Galatina dal XVI al XVIII secolo e composti nel corso di oltre venticinque anni nelle silenziose ore notturne e nelle horae subsecive, lontane dagli impegni professionali” (p. 1).
La prima parte del volume, inedita, è tutta dedicata a La chiesa e la confraternita di “S. Maria della Misericordia seu de li Battenti” tra storia arte e devozione (pp. 5-105) e, come dice Cazzato nella citata Premessa, “per l’ampiezza dei riferimenti davvero esaustiva”, può essere considerata “un libro nel libro” (p. XII).