di Antonio Prete
In mezzo a polveri d’oscura nube
la Chioma, col suo ventaglio di luce.
Galassie in fuga tra nodi di stelle.
Biancoazzurra la Vergine solleva
il viso verso il Leone, superba
nella notte di primavera. Un rombo
dalla strada e il rumore che fa il vento
nel ginepro e il ronzio dell’insetto
alla finestra : un cadere di tempo,
di goccetempo nel vuoto.
Uno stesso
respiro in questi suoni della notte
e in quelle luci di perduti mondi?
[*L’asterisco intende rimandare alla poesia omonima in Menhir e pubblicata in questo sito]