di Antonio Lucio Giannone
Verso una civiltà planetaria (1968-2005) (Milano, Mondadori Università, 2005) è l’undicesimo e ultimo volume di un’ampia opera, Storia e testi della letteratura italiana, realizzata da Giulio Ferroni con la collaborazione di alcuni suoi giovani e validi collaboratori, come Andrea Cortellessa, Italo Pantani e Silvia Tatti [Si segnala che proprio nel 2021, presso la stessa casa editrice, è apparsa la terza edizione, aggiornata fino al 2020, col titolo Il Novecento e il nuovo millennio]. Di quest’opera, che segue la struttura e gli orientamenti della Storia della letteratura italiana (1991), dello stesso Ferroni, e la integra con una cospicua parte antologica, esiste anche un’edizione per la scuola più ridotta, in tre volumi, pubblicata da Einaudi Scuola. Giulio Ferroni, che è titolare della cattedra di Letteratura italiana presso l’Università “La Sapienza” di Roma, è uno dei più noti e autorevoli storici della letteratura e critici letterari operanti nel nostro paese. Il suo manuale, in quattro volumi, è uno dei più diffusi nelle scuole superiori e nelle università ed è unanimemente considerato il migliore di questi ultimi decenni, degno continuatore della grande tradizione della storiografia letteraria italiana, che va dal capolavoro desanctisiano al Compendio di Natalino Sapegno. Così pure la sua attività di critico militante che si esplica su quotidiani e periodici è largamente nota e apprezzata da un vasto pubblico di lettori. Per questo forse è sufficiente citare rapidamente alcune sue opere per dare un’idea degli interessi ampi e variegati che egli coltiva.
Ferroni dunque si è occupato, in particolare, della letteratura italiana del Cinquecento con volumi su Machiavelli (1972 e 2003), Aretino (1977), il teatro rinascimentale (1980) e, più di recente, Ariosto (2008). In un altro volume del 1974 ha approfondito il problema del “comico” nelle teorie contemporanee. Ma, come si diceva, ha dedicato ampia attenzione anche al Novecento e all’età contemporanea, con saggi su Pirandello, di cui ha curato alcuni romanzi, e col volume Passioni del Novecento (1999). Ferroni è dotato anche di una vivace vena polemica che si rivela in alcune sue opere come Lettere a Belfagor di Gianmatteo del Brica (1994), La scena intellettuale. Tipi italiani (1998) e Dizionarietto di Robic. Centouno parole per l’altro millennio (2000). Inoltre ha prestato attenzione alla funzione della letteratura nella società d’oggi in Dopo la fine. Sulla condizione postuma della letteratura (1996), come pure ai problemi della scuola e dell’insegnamento della letteratura, nel vol. La scuola sospesa. Istruzione, cultura e illusioni della riforma (1997)