di Simone Giorgino
Abstract: Rina Durante, di cui si è recentemente celebrato il primo decennale dalla scomparsa, è stata una delle principali scrittrici pugliesi del Novecento. In questo articolo si esaminano i suoi racconti dispersi, apparsi su giornali e riviste fra il 1963 e il 2002, in cui la scrittrice racconta lo spaesamento di un’intera comunità di fronte allo spartiacque fra due epoche e fra due civiltà, quella contadina e quella industriale.
Rina Durante, of which we have recently celebrated the first ten years after her death, was one of the main writers of the twentieth century in Puglia. In this article we examine her tales dispersed, appeared in newspapers and magazines between 1963 and 2002, in which the writer tells the displacement of entire communities across the watershed between two eras and between two civilizations, the peasant and industrial.
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La ricorrenza del primo decennale dalla scomparsa ha rinnovato l’interesse nei confronti di Rina Durante (Melendugno, 1928-Lecce, 2004), scrittrice, giornalista e operatrice culturale fra le più importanti e combattive del panorama letterario pugliese del secondo Novecento. Antonio Lucio Giannone, Ordinario di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università del Salento, ha organizzato un interessante e partecipato Convegno di studi – “Rina Durante: Il mestiere del narrare”, Lecce-Melendugno 18-19 novembre 2014; è imminente la pubblicazione dei relativi Atti presso l’editore Milella di Lecce – e ha curato la ristampa della sua opera più nota, il romanzo La malapianta (Lecce, Zane Editrice, 2014), la cui prima edizione, da tempo fuori commercio, uscì da Rizzoli nel 1964. Subito dopo, la rivista «Lo Straniero» ha dedicato alla scrittrice uno speciale, Il Sud di Rina Durante, con interventi di Goffredo Fofi, Alessandro Leogrande e Massimo Melillo[1].