Poesie di Paolo Vincenti commentate da Gianluca Virgilio
Trombati
Tutti i falliti seriali, nobilitati dalla
definizione di “opinionisti”,
espulsi dallo star system, si ritrovano qui,
decotti e populisti,
ad esporre il proprio parere, ch’è quello
dell’uomo comune,
ovvero della massaia e del barista, se andassero
in televisione;
ma loro, in qualità di ex vip, hanno un
divanetto, una poltrona,
e li ascoltiamo, annebbiati nei fumi della
letargia pomeridiana.
Infatti, come ultimo approdo nel triste
naufragio psicolettico,
il salotto della tv spazzatura accoglie il loro
sorriso cachettico;
oppure ancora, i trombati eccellenti, dopo
tanti tentativi infruttuosi,
si tuffano, disperati e beoti, sulla spiaggia
dell’Isola dei famosi.
Sperano di ripianare almeno i debiti, di
risolvere qualche guaio,
grazie alla necrofilia degli autori delle
trasmissioni immondezzaio.
Critici e presentatori imbottiti di cocaina,
coscelunghe di sinistra,
cantanti col toupet, prestigiatori al botulino
e contesse di destra,
piazzisti sottratti alle televendite di
materassi, tronisti e fancazzisti,
ex generali, criminologi e vallette, pornostar
redente e qualunquisti,
la tv è la loro ultima chance, e scalmanano,
farseschi, nella buriana,
missitalie, casalinghe alcolizzate, politicanti
e scrittori con la bandana;
debordano, la domenica pomeriggio, coi loro
disturbi neurocognitivi,
sepolcri imbiancati che per un attimo si
illudono di essere ancor vivi.
Ma, come è chiaro, passerà quel quarto d’ora di
ritrovata celebrità,
quando il pubblico fossore su di loro di nuovo
il loculo chiuderà.
Sepolcri
imbiancati
Il Satirico spara ad alzo zero, in rima baciata, contro le truppe
assoldate dalla televisione per intrattenere un pubblico prono e ormai
completamente rimbecillito, verso il quale, tuttavia, il poeta nutre qualche
speranza di rinsavimento. Egli spera, infatti, che esso diventi il becchino
(“il fossore”) dei sepolcri imbiancati (riferimento a Vangelo, Matteo,
23). Il Satirico colpisce tutti, tanto
che la poesia ha le caratteristiche del catalogo ovvero dell’elenco dei
numerosi improbabili personaggi che popolano le trasmissioni televisive.
Qualcuno potrebbe obiettare: ma perché il Satirico non spegne la TV. La mia
risposta è ovvia: No TV, no Satura!
Saturae VIII
Poesie di Paolo Vincenti commentate da Gianluca Virgilio
Trombati
Tutti i falliti seriali, nobilitati dalla definizione di “opinionisti”,
espulsi dallo star system, si ritrovano qui, decotti e populisti,
ad esporre il proprio parere, ch’è quello dell’uomo comune,
ovvero della massaia e del barista, se andassero in televisione;
ma loro, in qualità di ex vip, hanno un divanetto, una poltrona,
e li ascoltiamo, annebbiati nei fumi della letargia pomeridiana.
Infatti, come ultimo approdo nel triste naufragio psicolettico,
il salotto della tv spazzatura accoglie il loro sorriso cachettico;
oppure ancora, i trombati eccellenti, dopo tanti tentativi infruttuosi,
si tuffano, disperati e beoti, sulla spiaggia dell’Isola dei famosi.
Sperano di ripianare almeno i debiti, di risolvere qualche guaio,
grazie alla necrofilia degli autori delle trasmissioni immondezzaio.
Critici e presentatori imbottiti di cocaina, coscelunghe di sinistra,
cantanti col toupet, prestigiatori al botulino e contesse di destra,
piazzisti sottratti alle televendite di materassi, tronisti e fancazzisti,
ex generali, criminologi e vallette, pornostar redente e qualunquisti,
la tv è la loro ultima chance, e scalmanano, farseschi, nella buriana,
missitalie, casalinghe alcolizzate, politicanti e scrittori con la bandana;
debordano, la domenica pomeriggio, coi loro disturbi neurocognitivi,
sepolcri imbiancati che per un attimo si illudono di essere ancor vivi.
Ma, come è chiaro, passerà quel quarto d’ora di ritrovata celebrità,
quando il pubblico fossore su di loro di nuovo il loculo chiuderà.
Sepolcri imbiancati
Il Satirico spara ad alzo zero, in rima baciata, contro le truppe assoldate dalla televisione per intrattenere un pubblico prono e ormai completamente rimbecillito, verso il quale, tuttavia, il poeta nutre qualche speranza di rinsavimento. Egli spera, infatti, che esso diventi il becchino (“il fossore”) dei sepolcri imbiancati (riferimento a Vangelo, Matteo, 23). Il Satirico colpisce tutti, tanto che la poesia ha le caratteristiche del catalogo ovvero dell’elenco dei numerosi improbabili personaggi che popolano le trasmissioni televisive. Qualcuno potrebbe obiettare: ma perché il Satirico non spegne la TV. La mia risposta è ovvia: No TV, no Satura!