di Ettore Catalano

La raccolta Cardarelli e dintorni di Vincenzo Talarico pubblicata nel 2013 a cura di Giuseppe Cristofaro e Santino Salerno per la Fondazione “Vincenzo Padula” e per l’editore Rubbettino, non solo appare necessaria per poter comprendere meglio la poliedrica personalità del calabrese Talarico, ma è storicamente utile per disegnare i tratti della Roma letteraria e mondana insieme tra gli anni ’50 e ’60, nel momento, come si sa, di una grande e decisiva trasformazione nel costume, nei comportamenti e nella stessa nozione di cultura e di arte.
Vincenzo Talarico è personalità versatile: come giornalista fu inviato speciale di numerosi quotidiani (“Il Resto del Carlino”, “Il Messaggero”, “La Stampa”, “Momento sera”), vinse nel 1963 il Premio Saint-Vincent per il giornalismo e si trovò anche al centro di vicende poco conosciute ricordateci anche da Indro Montanelli e da Arrigo Petacco. Faccio riferimento a due distinte circostanze: Talarico sarebbe stato il primo a divulgare prematuramente la notizia dell’armistizio di Cassibile firmato il 3 settembre 1943 e reso noto solo il successivo 8 settembre e avrebbe pubblicato, questa volta in forma anonima, sul quotidiano “Il Messaggero”, lo scoop della relazione di Mussolini (mai indicato col nome) con Claretta Petacci, suscitando reazioni da parte delle autorità fasciste nei confronti di Indro Montanelli, accusato, a torto, di essere il divulgatore dello scoop. Alessandro Pavolini dette l’ordine di cercare Indro Montanelli e fucilarlo, ma, grazie all’aiuto della madre e del cardinale Schuster, arcivescovo di Milano, Montanelli riuscì ad evadere dal carcere di San Vittore in cui era stato rinchiuso dai tedeschi perché considerato “badogliano” e a riparare in Svizzera.