di Ferdinando Boero

Nel 2015 Francesco pubblicò Laudato Si’, un’Enciclica con diversi precedenti. Giovanni Paolo II, nel 2000, aveva pronunciato la frase profetica: Operate in modo da resistere alle tentazioni di una produttività e di un guadagno che vadano a discapito del rispetto della natura. Da Dio la terra è stata affidata all’uomo “perché la coltivasse e la custodisse” (cfr Gn 2, 15). Quando si dimentica questo principio, facendosi tiranni e non custodi della natura, questa prima o poi si ribellerà, in occasione di un giubileo del mondo agricolo, e Benedetto XVI pronunciò, nel 2009,: Se vuoi custodire la pace custodisci il creato. Francesco non arrivò all’improvviso a riconoscere l’importanza dell’ambiente, ma fu il primo a riconoscerla così profondamente. Laudato Si’ contiene i principali concetti dell’ecologia, e l’uso di parole che poi sarebbero entrate anche nella costituzione: biodiversità, ecosistemi. Francesco ne riconobbe l’importanza con un concetto potentissimo: la conversione ecologica, richiesta a tutti gli umani e non solo ai seguaci della religione di cui era il principale esponente. Un papa che chiede la conversione a una scienza… La mia scienza, tra l’altro. Burocraticamente appartengo al gruppo concorsuale zoologia ma, nella sostanza, sono anche un ecologo, tanto che nel 1998, fui chiamato nel primo comitato editoriale della rivista Ecology Letters, a rappresentare l’ecologia italiana.