di Rocco Orlando

Uno dei tanti altari presenti nella Basilica del Santo a Padova è intitolato alla Madonna del Pilastro (o dei ciechi, nome probabilmente dovuto alla sosta che vi facevano i ciechi per chiedere l’elemosina).
Il padre Bernardo Gonzati scrive: “Dell’immagine, che sta nel mezzo di una cornice d’argento di buon lavoro, alcuni fanno autore Stefano da Ferrara, altri Filippo Lippi. Forse hanno ragione tanto i primi, quanto i secondi; perché l’avviso degli intelligenti, la Vergine è opera del ferrarese, gli angioli che la coronano e i due santi laterali, del fiorentino. Certo notabile è la differenza fra la mano che coloriva con proporzioni oltre al naturale sì la Vergine oltre che il Putto, e l’altra che ritrasse gli angeli che stanno per deporre l’aureola al capo di Maria. Onde pare a noi che nel portar giudizio dell’autore di quest’opera s’ingannassero del pari e il Vasari che senz’altro l’attribuiva a Stefano, e l’Anonimo che lo dice di fra Filippo. Lo Zanoni restaurava tutto l’affresco. La Vergine ha in braccio il Bambino che col braccio destro si avvinghia al collo materno ed esprime infinita tenerezza. Sotto l’immagine della Madonna si legge “Sine labe originali concepta –Concepita senza peccato originale”.