Lo stato dell’Arte 4. Turismo culturale di massa, Bronzino e la “Cappella di Eleonora di Toledo”, ovvero come superare il limite della «fruizione compulsiva» da iperturismo

di Massimo Galiotta


Michelangelo Buonarroti, Sacra famiglia – Tondo Doni (1506 c.), Galleria degli Uffizi, Firenze.

Capita di andar per città d’arte, per fare ricerca, per approfondire epoche e autori – o, molto più verosimile, per entrare in contatto con i capolavori del passato, quelli meno noti ma non meno decisivi per le future sorti dell’arte, della cultura: Giotto, Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Vasari e Caravaggio sono le star del passato, di un’epoca d’oro che molti vogliono ammirare. Ma esiste una fitta schiera di autori di primissimo piano che hanno scritto pagine importantissime della storia dell’arte di tutti i tempi ma che non sono celebrati come meriterebbero: La Cappella di Eleonora di Toledo a Palazzo Vecchio, opera di Agnolo di Cosimo, meglio noto come “Bronzino”, è un esempio di quanta poca attenzione riceva questo autore. Come lui sono tanti gli artisti che passano in secondo piano, a volte del tutto trascurati, a vantaggio di altri decisamente più popolari.

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