La Biennale nel Salento

Il catalogo, dopo un’Introduzione del Sindaco della città di Galatina Fabio Vergine, è diviso in tre sezioni: la prima, la Sezione generale, è intitolata “Genius loci. Realtà artistico-visuali a cavallo del III millennio”: Gemma vi passa in rassegna le opere secondo la sede in cui sono state collocate: Chiostro, Art lab second light e Palazzo Orsini (pp. 13-108); la seconda sezione raccoglie le opere della Mostra a latere in Palazzo Orsini ordinata da Massimo Guastella, e reca il titolo calviniano “Inesauribile cosa è la libertà dell’uomo” (pp. 109-135); la terza sezione, intitolata Appendice espositiva, contiene i “Frammenti”. Performance e istallazioni d’arte ricomposte da Raffaele Gemma (pp. 137-157). Impossibile dare un’idea, sia pure sommaria, della ricchezza del catalogo, che rimarrà nel tempo a testimonianza di un’esperienza collettiva d’arte pressoché unica nel panorama salentino. Lo ha riconosciuto apertamente il critico Toti Carpentieri, intervenendo la sera della presentazione del catalogo, non senza porre, al termine del suo discorso, la fatidica domanda: ora che la mostra itinerante è finita, che ne sarà di tutti questi artisti e delle loro opere? Non c’è il rischio che tutta questa bella esperienza artistica e culturale vada dispersa? Dobbiamo accontentarci del catalogo che testimonia quanto avvenuto o è possibile immaginare un destino diverso per i numerosi artisti che hanno operato e operano in terra salentina? Sono certo che, da infaticabile e coinvolgente organizzatore, Gemma ha giù in progetto una nuova edizione di Syncronicart. Ma, dopo le edizioni scorse, tutte coronate da successo e da grande partecipazione di artisti e di pubblico, io mi permetto di avanzare pubblicamente una proposta indirizzata alla politica locale. Penso infatti che i tempi siano maturi perché un’Amministrazione (quella di Galatina potrebbe essere promotrice dell’iniziativa) o un consorzio di Amministrazioni comunali si rendano disponibili ad una seria interlocuzione col mondo dell’arte e facciano tutto il necessario per dotare la Biennale di Arte nel Salento di una sede stabile, dove sia possibile, durante tutto l’anno, esporre in modo permanente i risultati dell’arte salentina contemporanea, che ormai è da considerare come un patrimonio comune della nostra collettività. Il mio sogno, e certamente anche quello di molti artisti di Galatina (e non solo), soprattutto della vecchia scuola (benemerita Scuola d’Arte “Gioacchino Toma”), è un giorno di salire le scale Liberty in granigliato veneziano della casa paterna (ex-Palazzo Bardoscia) e di vedere, esposte nelle sale dai pavimenti istoriati con scene di caccia, le opere dei pittori e degli scultori salentini, in primis galatinesi, che hanno attraversato il Novecento ed ora, già da vivi, rischiano di essere dimenticati. E poi ci sono le nuove generazioni di artisti, che chiedono uno spazio di esposizione permanente. La vivacità artistica della nostra città (e non solo) è evidente, ma questa non basta: se la città vuol crescere, quel che occorre è che vi sia, come si diceva una volta, la volontà politica…

[“Il Galatino” del 28 marzo 2025, p. 3]

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