Taccuino di traduzioni 20. Torso arcaico di Apollo (Rainer Maria Rilke)

Nota alla traduzione: il testo rilkiano, molto conosciuto per il perentorio imperativo finale (“Tu devi cambiare la tua vita”) stabilisce un rapporto originale e radicalmente esistenziale con una raffigurazione del dio Apollo che non viene considerata secondo i triti cascami di un qualche neoclassicismo o vezzo archeologizzante, ma è  direttamente legata alla ricerca esistenziale e artistica del poeta, per cui la bellezza della statua, pur mutila, è capace di essere astro che guida a una dirittura etica priva di qualunque elemento estetizzante – la bellezza s’impone come codice etico, come stella polare.

Le parti della statua andate perdute conservano una propria potente presenza, è l’evidente armonia della scultura a fare di quell’assenza un’ineludibile presenza. E formidabile appare il rovesciamento della prospettiva: non il poeta guarda la statua, ma la statua il poeta e questo significa che le vere opere d’arte “ci guardano”, che siamo noi a dover diventare degni e meritevoli di sostenere il loro sguardo.

Di contro all’opinione più diffusa e contro l’imbruttimento del mondo il gesto estetico non è né ornamentale, né inutile, né ridondante rispetto alle esigenze della cosiddetta realtà, ma, invece, riaffermazione della vita pensante e poetante.

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