Io non l’ho interrotta

di Paolo Vincenti

Io non l’ho interrotta. Giornalismo comunicazione politica è il titolo di una rassegna letteraria che da alcuni anni si svolge a Lecce, meritoriamente organizzata dall’Associazione culturale “Diffondiamo Idee di Valore”. Il titolo della manifestazione rimanda ad una frase divenuta ormai iconica perché ci fa immediatamente pensare ad certa comunicazione televisiva, quella delle trasmissioni politiche, basata sul vivace dibattito fra gli ospiti in studio, prevalentemente esponenti politici, che si azzuffano fra di loro come tanti galli da combattimento.

Nei talk show gli ospiti non hanno ormai alcuna credibilità, tutti che si parlano addosso ed ognuno chiede di non essere interrotto mentre continuamente interrompe. Questi saltimbanchi televisivi senza dignità sanno solo scalmanare, darsi sulla voce, sgomitare per essere più visibili. Ma, dico io, c’è un efficace sistema per non essere interrotti: tacere. Se i politici non facessero ridere con le loro comparsate in certi assurdi salotti televisivi, ci sarebbe da piangere. Del resto i moderni guitti, ovvero i padroni di casa delle insulse trasmissioni pollaio, ci tengono ad avere come ospiti soprattutto i più facinorosi perché sanno che con le gazzarre gli ascolti si alzano. E più volgari sono gli attacchi, anche personali, maggiori le soddisfazioni dei cosiddetti anchor men, più diretti e gratuiti gli insulti, tanto più grande lo share, e via così a chi la spara più grossa. In questo indecente spettacolo, la nostrana classe politica si autorappresenta con gli strumenti che ha a disposizione, l’affondo e il turpiloquio, mancando di argomenti più incisivi e profondi.

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