Nuovo Zibaldone Salentino III

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Intelligenza naturale. Esisterebbe dunque un’intelligenza artificiale diversa da quella naturale? Io non lo credo, stante il fatto indubitabile che l’uomo è un essere naturale. Come potrebbe esistere al di fuori della natura? Pertanto, con IA (Intelligenza Artificiale) dobbiamo intendere un modo particolare nel quale si esprime l’IN (Intelligenza Naturale) dell’uomo, niente di più e niente di meno.

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Come evolve la scuola. Qualche anno fa grande rivoluzione nella scuola: i banchi con le rotelle. Com’è stato divertente per migliaia di studenti che hanno avuto la fortuna di sedervisi! Ma qualunque divertimento presto stanca e bisogna sostituirlo con uno maggiore. E dunque da tempo è intervenuta un’altra rivoluzione: relegati in un deposito i banchi a rotelle, ecco comparire i banchi ad esagono: ad ogni lato siede uno studente e tutti insieme possono meglio guardarsi in viso e socializzare. Alcuni di loro, inevitabilmente, volgono le spalle all’insegnante. Ma che importa: presto davanti a ciascun allievo ci sarà un computer e finalmente l’insegnante potrà essere rottamato. Per il periodo di transizione, il Ministero ha programmato la formazione dei docenti riguardante l’Intelligenza Artificiale.

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Pioggia. Quando piove, l’acqua scorre nei canali e intride la terra, i fiumi si ingrossano e la corrente porta via ogni cosa che incontri nel suo corso, trascina in mare aperto i detriti che si depositano sul fondale o naufragano come relitti su spiagge lontane. Ma una parte della pioggia caduta penetra nel macigno, e lentamente filtra, goccia a goccia, giorno dopo giorno, incanalandosi nelle falde freatiche. Un amico geologo mi diceva che certe fonti d’acqua purissima sgorgano duecento, trecento anni dopo la pioggia che le formò e che la terra non poté trattenere. Percorrono molti chilometri dentro cavità nascoste, che pazientemente nei millenni scavarono fino a trovare una via d’uscita in terra o in mare. Gli uomini ingegnosi vi attingono lungo il percorso coi loro pozzi artesiani quando il sole d’estate secca ogni cosa in superficie e uomini animali piante chiedono acqua.

Stanotte, in tutta questa storia, ho visto la grande metafora della poesia. C’è bisogno che la spieghi? O non è forse chiaro che cosa sia il gran mar dell’essere, dove tutto confluisce, che cosa siano i detriti sepolti nei fondali o gli inutili relitti spiaggiati? Oh, quanta inutile letteratura! – sento dire -. Ma è inutile il gran mare? E che altro è la poesia se non l’acqua che penetra goccia a goccia nel calcare, scavandosi la via con una lentezza che travalica la vita d’un uomo, mentre ogni metro che avanza si scopre più pura, e chiunque può attingervi quando sulla superficie del mondo incalza il deserto?

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Contro le spese militari. Trump ci chiede di spendere di più per le armi, l’Europa guerrafondaia ce lo chiede. Prima il due per cento del Pil, poi il cinque per cento, domani chissà quale percentuale del Pil ci sarà richiesta. E allora con Carlo Dossi, Note azzurre, cit. 5505, ricordiamo che “Non è vero che le spese per l’esercito e l’armata, quando fatte in paese, sieno utili all’economia nazionale, come dicono i proprietari delle grandi fonderie, acciajerie, cantieri, ecc. Tu fabbrichi una marra, la dai a un lavoratore e questi lavora con essa la terra e la marra produce grano, cavoli, ecc. Fabbrichi invece un fucile e lo dai a un soldato. Il ferro fu estratto in paese come quello della marra, lo schioppo fu fucinato in paese come la marra, ma dallo schioppo nulla ottieni che distruzione e morte.”

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Debito pubblico. Massimo Fini, Il debito Usa è stratosferico, ma il denaro non ha valore, ne “Il Fatto quotidiano” del 1° febbraio 2025 riferisce che “Il debito degli Stati Uniti per i soli interessi debitori, cioè accumulati su debiti pregressi, ammonta alla strabiliante cifra di 1,18 trilioni di dollari”. Che gli Stati, tutti gli Stati, abbiano un enorme debito, che va ogni anno accrescendosi a causa degli interessi, è l’ingegnosissima trovata dei creditori, che in questo modo, arricchendosi sempre di più, tengono in pugno gli Stati ovvero i miliardi di persone che ci vivono e che col loro lavoro devono pagare un debito inestinguibile.

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Il fine della vita. Accade a scuola anche questo, che durante una discussione uno studente faccia una domanda da “massimi sistemi”: “Prof, secondo lei qual è il fine della vita di ciascuno di noi?”. La domanda era rivolta a me, ma subito alcuni studenti avevano già risposto. Una studentessa vuol diventare una ballerina famosa, uno studente vuol fare un sacco di soldi non si sa con quale sua futura attività, un altro sogna di … Sentendomi un po’ spiazzato dalle ambizioni dei miei alunni, ho cercato di ricondurre la questione alla concretezza della nostra vita quotidiana e pur sapendo che non sarei stato convincente, ho detto: “Star bene insieme, vivere serenamente il nostro rapporto con gli altri, con tutti gli altri”. “Sì, ma come si fa?“. “Non lo so – ho detto -, ognuno deve impararlo da sé”. Forse li ho delusi, ma ora che ci ripenso credo che nella foga del momento mi è venuto di dire qualcosa in cui vale la pena credere: coltivare una disposizione schietta verso le persone con le quali viviamo, non solo con i nostri familiari e amici, ma con le persone con le quali ci capita di entrare in contatto nelle diverse circostanze della vita. In fondo, gran parte delle nostre sofferenze non sono altro che il risultato di una relazione sbagliata con gli altri, nei quali non abbiamo visto dei compagni di viaggio, ma solo strumenti da utilizzare per un nostro fine particolare, raggiunto il quale, la loro compagnia ci è sembrata inutile e fastidiosa.

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Un amore intelligentemente artificiale. 28enne sposata si innamora di un “fidanzato ideale” creato con l’intelligenza artificiale: “Pago 190 euro al mese, ma quando voglio parlare lui c’è sempre”, dichiara a “FQMagazine” del 22 gennaio 2025. Qualcuno si meraviglia, conoscendo l’impresa antica di Pasifae?

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Il pensiero è di per sé sfrenato. Nel pensiero vi è di tutto, anche ogni orrore e ogni mostro che l’uomo ha generato nel corso della storia e che continua a generare instancabilmente. Per questo bisogna prendersi cura del pensiero, per questo è nata la filosofia e per questo la filosofia, finché ci sarà l’uomo, non potrà morire.

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Caso, necessità, volontà. “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole / e più non dimandare”, dice Virgilio a Caron dimonio nel terzo canto dell’Inferno dantesco. Solo in Dio potere e volere coincidono, non certo nell’uomo, che vuole, ma il più delle volte non può. La volontà umana, infatti, si muove incessantemente tra il caso e la necessità. La volontà, cioè la vita, che nasce per caso e al contempo per necessità, perché non può non nascere, e per gli stessi motivi continua e nel tempo svanisce. Tutte le azioni dei viventi sono manifestazioni della volontà e tutte si muovono strette tra il caso e la necessità. Quanto più forte, determinata, violenta è la volontà, tanto più il caso se la ride e la necessità prepara la sua vendetta.

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Cena di fine anno con i professori. Alla fine del corso di studi liceale gli studenti invitano i professori a cena: appuntamento alle 21:00, al ristorante. È richiesto l’abito da sera, che studenti e studentesse indossano alcuni con grande eleganza, altri un po’ meno. Alcuni professori stanno al gioco, altri un po’ meno. La cena dura fino a notte tarda e prevede molte foto di gruppo e la trasmissione di qualche video solitamente preparato per l’occasione. E intanto il giorno dopo bisogna andare a scuola…

La messa in scena è piuttosto diversa da quella in uso qualche anno fa. L’invito era a pranzo: dopo la scuola, senza neppure passare da casa, con gli stessi abiti utilizzati nella mattinata scolastica, si andava in un ristorante, al mare o in qualche resort in campagna, dove si stava insieme per un paio d’ore, si chiacchierava, e poi, dopo la foto di gruppo, tutti a casa, in attesa degli esami.

Oggi lo studente di fine anno è proiettato in un tempo che è al di là dell’esame, sempre più considerato come uno scontato rito collettivo, a cui, ahimè, non ci si può sottrarre; a prescindere dall’esame, sin da ora egli deve mostrare di essere pronto ad affrontare un futuro di immancabili successi. La serata di gala serve a ostentare un successo che è di là da venire (e che di sicuro verrà), non per condividere il cibo con i propri professori, come situazione di passaggio al mondo maturo degli adulti.

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1 risposta a Nuovo Zibaldone Salentino III

  1. wp_2601243 scrive:

    Ricevo da Mimino Montagna il seguente messaggio WhatsApp: [18:22, 16/03/2025] Montagna Dr Mimino: Bello il ricordo della tipografia Mariano. Io 19enne ero insieme a Carlo adibito alla correzioni delle bozze. Tuo padre se le portava a casa. Ci si vedeva, presente anche tuo padre, la domenica in corso Garibaldi nello studio Caggia per chiudere il giornale o per commentarlo se già pubblicato. Un saluto Mimino Montagna
    Mia risposta [18:25, 16/03/2025] gianlucavirgilio63: Caro Mimino, me le ricordo bene queste cose. La domenica mattina portavo mio padre con la cinquecento L presso lo studio di Caggia. Non entravo per reverenziale timore… ma avevo il tempo per immaginare le vostre imprese giornalistiche. Un caro saluto e grazie per l’apprezzamento. Gianluca Virgilio

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