di Ferdinando Boero

Tutte le mattine, a Prima Pagina, RAI Radio 3, un giornalista legge i giornali dalle 7.15 alle 8 e, fino alle 8.40, gli ascoltatori intervengono. In questi giorni un signore ha detto che i politici non guidano più i loro elettori, dettando una linea; oggi, si è lamentato, i politici assecondano gli elettori, rappresentandone pregi e difetti. Il giornalista si è dichiarato d’accordo e ha parlato di De Gasperi e Togliatti. Penso al militante del PCI, interpretato da Maurizio Ferrini, col suo Non capisco ma mi adeguo. Gli elettori, allora, si fidavano dei loro leader e cercavano di adeguarsi al loro pensiero: non capivano il politichese, ma si fidavano. Con Mani Pulite fu chiaro che la classe politica stesse spolpando il paese: venute meno le fedi (demo)cristiana e comunista, la Lega cavalcò l’indignazione popolare con lo slogan Roma Ladrona. Il vuoto politico lasciato da Mani Pulite fu colmato da Silvio Berlusconi, sodale di Bettino Craxi, fuggito in Tunisia per sottrarsi alla galera. Berlusconi assecondò i benpensanti e adoperò i sondaggi e le televisioni per acquisire consenso; era un pubblicitario, uso a fare promesse mirabolanti per vendere la loro merce e, con lui, la politica diventò un prodotto. Se i sondaggi dicono che le tasse sono troppo alte, non si cerca di spiegare perché, come fece Padoa Schioppa con la sua le tasse sono una cosa bellissima, li si asseconda: meno tasse per tutti. Così ognuno dice: vedi che ho ragione? Berlusconi sì che ragiona bene, la pensa come me! Ed ecco il cambio di paradigma: il politico si adegua agli elettori, e non viceversa.